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I primi studiosi dell'acne: la dermatologia di 2000 anni fa.
Celso nel primo secolo Dopo Cristo, nel DE VITIS SINGULARUM CORPORIS PARTIUM, fu uno dei primi a parlare di acne chiamandola "steatomate" "De meliceride et atheromate et steatomate";
In Areteo vediamo comparire per la prima volta la parola ionthi, parlando di acne. Lib. IV Cap XII. "…asthma, vari seu ionthi…";
Paracelso nel l573 scrive su "Gutta rosacea" nel suo "De Communibus Apostematibus";
Galeno nel 150 descrive la dermatite seborroica del cuoio capelluto "De furfuribus. Lib. V De Varis";
Aetius nel 500 utilizza ancora una volta "Ionthi" e "acne" "De varis faciei qui tum Ionthi, tum Acne Graecia vocantur.";
Riolano nel 1610 in "De deformitatibus" descrive "de varis seu ionthois" e "De facie flammea ficis conspurcata quibus infecti vulgo ficosi (Gallis copperose)";
Farnelius nel 1656 nel "De Partium Morbis et symptomatis pathologiae" parla di acne come "Ardentes pustulae e rubor faciei", confermando il fatto che gli antichi autori privilegiassero la componente infiammatoria dell’acne;
Dobbiamo aspettare il 1793 perchè Plenk scriva, per la prima volta in dermatologia, di "cute unctuosa";
Bateman nel 1813 distingue i diversi quadri clinici d’acne in: simplex, punctata, indurata, sicosis menti del capillizio. Distinguere la follicolite della barba dall’acne è di estrema attualità. Plewig e Kligman la inseriscono a ragione fra le "Dermatosi che simulano l’acne" per l’assenza di comedoni. Esistono dei quadri clinici che somigliano clinicamente all’acne, spesso confusi con essa, ma che non hanno niente a che fare con l’acne, né dal punto di vista etiopatogenico, né clinico o istologico. Sono quadri che il dermatologo può incontrare sovente nella pratica clinica, ma che necessitano un inquadramento preciso e circostanziato ai fini terapeutici.
Tornando al passato, Alibert nel 1818 parla di "Les dartres dartre pustuleuse et crustacée";
Bazin nel 1862 nel suo "De l’acné...", scrive "…est caracterisée par une lesion des glandes sébacées…";
Wilson nel 1867 parla di secrezione sebacea: anormale=stearrhoea; ritenzione della secrezione, con formazione di comedoni; ritenzione della secrezione con infiammazione; acne punctata, pustulosa, tuberculata, indurata. Da questi scritti si evince che Wilson aveva intuito che nella "patomeccanica" dell’acne il "primum movens" è rappresentato dall’ipercheratosi, con la sequela di eventi infiammatori che ben conosciamo.
Anche Gamberini nel 1871, usa il termine di: acne semplice, indurata, sebacea, pilare;
Profeta nel 1881 scrive di forme composite di acne semplice, volgare (pustolosa, punteggiata, indurata, pilare). E’ uno dei primi a parlare di acne vulgaris!
Hans von Hebra nel1884 nel: "Einfanch entzündliche dermatosen", definisce l’ Acne vulgaris varioliformis Steatosen Hypersteatosen, seborrhoea (oleosa-crustosa). Alla fine di quanto scritto verrà riportato in dettaglio una sinopsi della classificazione delle affezioni sebacee, descritte da vari autori dal primo secolo dopo Cristo sino alla fine dell’800.
Sono riportati i titoli completi ed originali del tempo.
Questa ricerca è opera del dermatologo americano L. Duncan Bulkley, il quale, vissuto alla fine dell’800, si impegnò in un’estenuante ricerca storica sulla nosologia dell’acne. Grazie a lui ed alle sue straordinarie intuizioni il suo trattato "Acne its Etiology, Pathology and Treatment", pubblicato nel 1885, rimane ancora oggi un’opera di straordinaria attualità. Gli autori che si sono avvicendati nel tempo hanno sicuramente dato un grande contributo, non solo alla dermatologia ma a tutta la medicina. E’ straordinario vedere, ad esempio, la definizione che Aretaeus di Cappadocia, nel secondo secolo D.C, dà nel suo trattato "de diabetes" con straordinarie intuizioni sulle malattie metaboliche.
I primi autori importanti sono stati senz’altro Celso, Galeno ed Aetius.
Seguirono "a ruota" gli autori arabi; uno dei più importanti fu Avicenna che però non era arabo, bensì persiano; il suo vero nome era ABN ALI AL HOSAIN IBN ABDALLAH IBN SINA, fu chiamato Avicenna dai latini. Medico e filosofo, nacque a Kharmaithen in provincia di Bokhara nel 980 morì ad Hamadan nel nord della Persia nel 1037.
Albucasis durante il medio evo (vero nome El Zahrawi), conosciuto come il padre della chirurgia moderna, ebbe delle lungimiranti intuizioni sull’approccio chirurgico dell’acne e degli esiti cicatriziali.
In un secondo tempo gli autori italiani, prevalentemente religiosi, aderirono paradossalmente ai modelli arabi. Di Vigo invece fu un grande antagonista della scuola araba e Paracelso si oppose alla scuola di pensiero di Galeno.
Mercuriale può essere considerato, a ragione, il primo autore "indipendente" che ha descritto le malattie della pelle.
Nel XVII secolo si avvicendarono un gran numero di scrittori che si occuparono con grande autorevolezza di medicina e di chirurgia, come Senertus, Fernelius ed altri.
Dopo di loro arrivarono tre grandi importanti autori come Turner, Lorry e Plenk che svilupparono le conoscenze sulle malattie cutanee.
Molti altri grandi "nosologisti" come Sauvages, Cullen e Good diedero un grande contributo scientifico, ma il vero inizio della moderna dermatologia inizia con Willan e Bateman.
Accanto a loro vanno ricordati Alibert, Biett e Struve. |
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